Diario di Viaggio in Lucania

Newsletter n. 2/2023

IN ATTESA DELL’EVENTO DEL 28/29/30 OTTOBRE A MATERA, VINI DA TERRE ESTREME VA ALLA SCOPERTA DI UN PATRIMONIO DI IDENTITA’ TERRITORIALE 
RAPPRESENTATA DAI “PALMENTI” E DALLE “RUTTE” QUALE RAPPORTO CON LA STORIA DELLA VITICOLTURA E DELL’ENOLOGIA DELLA BASILICATA

Da Matera a Potenza, il tragitto è breve ma le scoperte sono tante. Le due Città abbracciano territori, storia, culture, tradizioni, paesaggi e colori molto differenti tra di loro e rendono la Basilicata una regione dai tanti volti, tutti sorprendenti e di straordinaria bellezza.

Man mano che ci si allontana da Matera cambia il paesaggio, lo scenario si fa collinare e poi più alto, in una cornice boschiva luminosa, all’improvviso svettano le Piccole Dolomiti Lucane che disegnando uno skyline di rara bellezza, nuovi colori, luci, suoni accompagnano il viaggio e non sfuggono a sguardi  sensibili  le mandrie al pascolo e le pacifiche mucche podoliche accompagnate dal ritmo dei batacchi dei loro campanacci. Lo scroscìo del fiume Basento ci dice che siamo alle porte di Potenza.

La prima vista di Potenza, non dice molto, quando si “entra” invece si svela una Città composita, quasi come un puzzle: il centro storico che scopri solo se “sali sopra” e la parte di urbanizzazione moderna e di ricostruzione post terremoto.

A Potenza, la prima volta come anche la successiva, per incontrare Antonietta Tummolo, due tappe molto brevi ma molto interessanti. Insieme a me il Maestro Massimo Scattolin, avevamo poco tempo ma lo abbiamo speso benissimo, pochi passi e ci siamo trovati davanti al Teatro Stabile nella Piazza Mario Pagano detta anche Piazza Prefettura. A permesso ricevuto, varcato l’ingresso, siamo caduti nel silenzio della meraviglia e della bellezza, esploso poi alla vista del pianoforte di Leoncavallo, autore della celeberrima opera “I Pagliacci”, che visse a Potenza per qualche anno. Nessun altro posto avrebbe potuto rendere indimenticabile la mia prima visita a Potenza, e il mio incontro con Antonietta per parlare di “Vini da Terre Estreme” che ha meritato una promessa mantenuta, ci siamo ritornati.

A pochi chilometri da Potenza, la visita a Pietragalla, il Borgo del Parco Urbano dei Palmenti ha più che spiegato l’invito appassionato di Antonietta, i Palmenti sono una rara espressione di archeologia della vinificazione e diversi anch’essi da altri per essere coperti. La presenza e la disponibilità di Paolo Cillis, il Sindaco, ci ha coinvolto in un racconto fuori dall’ordinario e stupefacente quando ci siamo “calati” in una “Rutt”, una cantina grotta, esemplare di una sorta di “cantina di Comunità” dove insieme ai proprietari latifondisti, anche il piccolo contadino vignaiolo poteva affidare nella sua botticella la maturazione del proprio vino dell’annata. 

È dell’area di Pietragalla un vitigno autoctono il “Tamurro nero o di Colatamurro” che possiamo a buon titolo definire “eroico”. Importato nel borgo lucano fin dal 1200 da un feudatario francese e usato per “tagliare” altri vini, oggi dà un vino di eccellente qualità, elegante e raffinato nel suo bouquet, unico e inimitabile. Le poche vigne ancora in produzione, allevate a oltre 700 m di altitudine ne definiscono appieno la “eroicità”.

E, in una passeggiata suggestiva, salendo tra vicoli stretti, riusciamo anche ad essere ospitati nel Palazzo Pipponzi, Dimora Storica di Basilicata, accolti con la massima gentilezza ed eleganza da Ivana e Nicola che completano in bellezza la nostra scoperta di una Basilicata davvero sorprendente.

Ci sarà un seguito a quanto abbiamo colto, sentiamo che ci possa essere perché i Territori vanno resi protagonisti, e perché a noi piace moltissimo.

Segnalazione al lettore: se siete in Basilicata o in zona Matera, Vini da Terre Estreme vi aspetta
Il 28/29/30 Ottobre 

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