Welcome to Vini da Terre Estreme

Welcome to Vini da Terre Estreme.

Le mie impressioni e le novità della quinta edizione.

 

C’erano le Alte vette delle Dolomiti, della Valtellina, della Val d’Aosta. C’erano i vini delle sabbie, i vitigni dimenticati, i naturali purissimi e gli apertamente convenzionali. C’erano i vini delle impervie terrazze della Costiera Amalfitana, della Liguria e le note minerali dei vini dell’Etna assieme a quelle salino-caramellate della Pantelleria.
Welcome to Vini da Terre Estreme.

Mi chiamo Alessandra Dinato e sono stata un’attiva partecipante alle due giornate tenutesi a Villa Braida, Mogliano Veneto (TV), e vorrei condividere con voi qualche impressione sull’evento organizzato per il quinto anno consecutivo. Interessante come questo evento sia sempre più frequentato non solo dai professionisti ma anche dai wine lovers, curiosi ed entusiasti di conoscere più da vicino queste piccole produzioni artigianali. Diversissime le persone che ho conosciuto in questa giornata: dai maestri di sommelierie, al più giovane e curioso studente, il ristoratore pronto a fiutare nuovi inserimenti in lista e dei vecchi signori e signore conoscitori del mondo del vino. Dall’altra parte dei banchi d’assaggio e ai microfoni dei masterclass, davvero una moltitudine di produttori con storie, età, percorsi diversissimi, ma tutti rivolti verso la valorizzazione di territori aspri e difficili da coltivare, o “eroici” nella loro maniera di fare e pensare il vino. Raffaele della Cantina Tagliafierro ha deciso di affrontare coraggiosamente il percorso della viticoltura eroica nei ripidi vigneti di Tramonti a soli 19 anni. Gaspare Buscemi vecchio (perdonami Gaspare) artigiano del Goriziano che ancora si assume il rischio di fare dei vini con personalità e lunghi affinamenti in bottiglia; Marco Sambin classe 1945 che nel 2002 ha deciso di invertire la rotta e cambiare carriera passando dalla cattedra dove insegna(va) all’università di Psicologia di Padova, alle vigne dei colli Euganei. Incantevole la spiegazione di Franco Tramontana sul suo vino Armacia della vertiginosa Costa Viola e meritevole il lavoro di rivalorizzazione svolto dai vignaioli negli ultimi dieci anni che conferiscono le uve alla cooperativa. Impressionanti davvero i viticoltori della Val di Cembra, grandi conoscitori di ogni singola caratteristica morfologica e climatica dei loro territori, in particolare Mara, verace ambasciatrice dei Cembrani. Tanti, tanti davvero i nomi che hanno portato emozioni liquide sul palcoscenico di Villa Braida. Marisa Cuomo col suo Furore Bianco Fior d’Uva ne è un esempio illustre, per spostarci in Liguria con l’azienda Albana la Torre e i suoi bianchi strutturati, minerali da vigneti verticali, così come Cascina Praiè nel Ponente che ha fatto un importante lavoro di salvaguardia dei vigneti esposti al mare su terrazze assolate. Pietro Cassina, tornato sui vigneti del padre a 45 anni, sta raccogliendo dei frutti maturi ricchi di grazia e carattere, tenendo sempre un occhio aperto su altri panorami viticoli, confrontandosi con le sue origini veneto-piemontesi e la West Coast. Un grande lavoro è stato fatto dal consorzio 100 per 100 diretto da Alberto Carretti (presidente) e dal direttore Jacopo Stigliano, un lavoro di collaborazione fra diverse cantine riunite sotto il valore comune delle tecniche naturali severamente validate dai rapporti personali che li legano.

Impossibile nominarli tutti ma sono stati davvero tanti i vignaioli che mi hanno lasciato un segno a Vini da Terre Estreme. A rendere più golosa la giornata la varietà di piatti realizzati da Caffè in Cucina di Treviso. Ogni volta che passavo davanti al tavolo di servizio c’era sempre qualcosa di profumato ed invitante. Un prezioso lavoro è stato svolto dai Sommelier AIS che hanno attentamente orchestrato i masterclass e il servizio ai banchi d’assaggio, pazienti e cordiali. Mi sono trovata veramente bene a degustare tutti i vini che ho assaggiato con i calici Zafferano. Qui tocchiamo un argomento delicato perché personalmente userei un intero campionario di bicchieri in quanto estimatrice del calice ideale per ogni tipologia di vino, però devo dire che col calice universale Zafferano – che peraltro ne fa di splendidi – ho potuto apprezzare ogni vino in degustazione.

Il mio vino del giorno? Il Torre Bianco Cinqueterre DOC 2015 di Albana La Torre (Liguria): sentori minerali, fiammifero, pietra focaia, accompagnati da una vasta macchia mediterranea; acidità e sapidità danzanti in un vino ricco di struttura.

Alessandra Dinato
 
Per informazioni:
www.vinidaterrestreme.com

info@pilotagreen.it – Tel. 0422 423411

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